Il Metodo Montessori per la Scuola Primaria

24 Maggio 2020

Entrando per la prima volta in una classe montessoriana la differenza rispetto alla tradizionale scuola elementare sarà evidente già a una prima impressione: non vedremo cattedre o file di banchi, né momenti di lezioni frontale. Probabilmente vedremo bambini intenti in attività individuali o in piccoli gruppi, con materiali di apprendimento distinti per ciascuno disciplina, invece che un sussidiario e un quaderno aperto sul banco. Vedremmo l’educatrice intenta a osservare l’operato di questi bambini, eventualmente collaborare e guidarlo, ma difficilmente la vedremmo sovrapporsi a questa attività spontanea o interromperla senza motivo. In una scuola primaria Montessori autentica potremmo osservare i bambini di varie fasce di età interagire con i compagni più grandi e più piccoli, vedendoli passare da una classe all’altra quando suggerito dal loro interesse.

Si tratta evidentemente di un quadro molto diverso rispetto a quello che vedremmo in una scuola tradizionale. Ma ognuna di queste scelte ha una motivazione pedagogica ben precisa: ogni differenza nell’organizzazione della classe e dell’attività dei bambini riflette la differenza tra la pedagogia Montessori e l’educazione tradizionale. Applicare il Metodo Montessori alla Scuola primaria significa pensare la lo spazio della classe e l’educazione dei bambini in termini radicalmente diversi rispetto all’educazione tradizionale.
Nonostante un recente ritorno di popolarità del metodo, restano ad oggi molti luoghi comuni e concezioni errate ma diffuse su cosa sia l’educazione montessoriana. Tra queste le più diffuse sono i preconcetti che il bambino nella Scuola Montessori sia libero di fare ciò che vuole in modo assoluto, che l’assenza della metodologia d’insegnamento classica possa comportare problemi per le fasi successive dell’apprendimento e che quella Montessoriana non sia un’educazione vera e propria, dove nulla potrebbe essere più lontano dall’idea di Maria Montessori. Il Metodo della studiosa voleva invece essere l’elaborazione di un’educazione diversa, basata non sulla trasmissione meccanica di nozioni da parte di un insegnante sempre al dì sopra di un gruppo di “alunni”, ma invece sull’importanza dell”operato spontaneo e individuale del bambino. Sul riconoscimento di questa importanza si basa la differenza tra primaria montessoriana e tradizionale. E tenendo conto di questa differenza si potrà meglio spiegare passo per passo il quadro che abbiamo descritto all’inizio.

Predisposizione dello spazio

Abbiamo parlato di come i bambini si muovano spontaneamente e lavorano individualmente o in gruppi nella classe montessori, dell’assenza di cattedre e file di banchi. Nel momento in cui vogliamo incentivare l’esplorazione dei bisogni interiori del bambino, alla base della pedagogia di Maria Montessori, allora non c’è necessità della lezione frontale. Al contrario per promuovere queste spinte interiori l’ambiente deve essere organizzato nel rispetto della libertà di movimento, dei tempi e dei ritmi di apprendimento del bambino. Ma il risultato non è mai la confusione, al contrario ogni bambino segue la sua spinta naturale all’apprendimento arrivando ad autoregolarsi per svolgere tranquillamente la propria attività di esplorazione individuale; contribuisce così a creare globalmente un ambiente tranquillo dove i richiami dell’insegnante alla disciplina non sono più necessari. In questa liberta di movimento rientra anche la possibilità di esplorare le classi dei compagni più grandi attraverso le aule comunicanti. Anche questa possibilità non genera confusione: al contrario un ambiente eterogeno aiuta il confronto sociale e lo sviluppo spontaneo di regole sociale verso cui il bambino naturalmente tende a partire dai 6 anni.
Dove al bambino è permesso di esperire sé stesso non vi è più necessità di discipline costrittive e autoritarie. Esso è al centro dell’insegnamento, che avviene secondo i suoi ritmi e le sue esigenze. Maggiormente viene permessa questa espressione spontanea, minore è la necessità di imposizioni da parte dell’insegnante.

Insegnante

Qual è dunque il ruolo dell’insegnante? Secondo i canoni dell’educazione tradizionale, ci è difficile immaginare un’insegnante che non sia costantemente al centro dell’attenzione della classe, al punto che al di fuori di questo ruolo non riusciamo neanche a immaginarla come un’insegnante vera e propria. Ancora una volta si è convinti che senza una maestra di questo tipo non possa esserci educazione. Al contrario, solo capovolgendo la prospettiva rispetto all’educazione tradizionale e mettendo al centro del processo educativo il bambino e non l’insegnante, possiamo comprendere quale sia il ruolo dell’insegnante montessoriana. Innanzitutto essa è la custode dell’ambiente. Predispone lo spazio con grande cura, perché è attraverso lo spazio della classe che il bambino potrà sperimentare l’apprendimento spontaneo. In secondo luogo è un’osservatrice attenta dell’attività di ciascun bambino, che interviene senza mai invadere l’autonomia del bambino per guidarlo nella sua attività. Essa non giudica, non mette voti non assegna compiti a casa perché il lavoro si svolge interamente a scuola.
Questo non significa, ovviamente, lasciare libero il bambino di fare confusione o disturbare i propri compagni. L’insegnante interviene dove c’è bisogno del suo aiuto, siede accanto al bambino senza mai sovrastarlo, parla a bassa voce, preferendo l’ascolto alla parola. Essa aiuterà solamente il bambino ad intraprendere la sua attività spontanea, lo aiuterà e fare da solo. Riuscendo in questo, la necessità di interventi disciplinari diviene quasi inesistente.
Altro compito fondamentale della maestra montessori è introdurre i bambini al materiale scientifico, che deve conoscere alla perfezione.

Il materiale scientifico

Il materiale scientifico è un elemento fondamentale della pedagogia montessoriana. In una classe montessoriana lo vedremo esposto in mobiletti in modo tale che sia sempre accessibile al bambino. Si tratta di uno strumento elaborato da Maria Montessori per l’apprendimento spontaneo. Non si tratta di semplici “giochi educativi”, ma al contrario sono strumenti precisamente studiati da Maria Montessori stessa nei dettagli per favorire l’apprendimento spontaneo. E’ l’esperienza totale di questi strumenti, il tentativo stesso del bambino di esplorarne il funzionamento che permettono al bambino di approcciarsi a problemi astratti sempre più complessi. Essi sono concepiti proprio per l’esplorazione di problemi e concetti astratti attraverso un’attività pratica, sensibile. Per questo motivo è importante che i bambini abbiano spazio per esplorarli individualmente, dal momento che nella padronanza del loro utilizzo risiede la conquista, l’apprendimento di concetti nuovi. Ancora una volta la differenza con il metodo tradizionale è evidente: se gli strumenti sono concepiti secondo l’autentica metodologia montessoriana e l’esplorazione stessa del materiale è il un mezzo per esplorare nuovi concetti, allora la maestra deve favorire il più possibile questa esplorazione spontanea, preferendola il più delle volte alla lezione frontale e alla trasmissione di concetti astratti già dati come certi. Se l’esplorazione individuale del bambino è al centro della sua educazione e gli viene fornito il giusto materiale, allora ogni acquisizione di nuovi concetti sarà una conquista individuale e non una semplice trasmissione di informazioni da parte di una figura autoritaria.