Fin dalla sua apertura nel 2001, “Il Bambino nel Mondo” ha offerto sul territorio romano un insegnamento strettamente montessoriano per il percorso 0-6 anni. L’integrità dell’applicazione del metodo autentico è garantita dalle docenti che da sempre vi hanno collaborato, alcune delle quali formate da allieve dirette di Maria Montessori. Un’applicazione rigorosa della pedagogia montessoriana, nonostante la sua recente popolarità, richiede la cura di numerosi dettagli e l’attuazione esatta degli insegnamenti montessoriani originali.
Presentiamo ora alcuni dei principi fondamentali su cui si basa in maniera rigorosa l’organizzazione della nostra scuola, nella speranza che possano aiutare anche a far chiarezza su cosa distingua una scuola autenticamente montessoriana da quelle di tipo tradizionale.
Che cos’è una scuola Montessori?
Preferiamo la definizione “Casa dei Bambini”, seguendo l’insegnamento di Maria Montessori, che così denominò gli spazi in cui nel 1907 applicò per la prima volta la sua nuova pedagogia, nel quartiere San Lorenzo a Roma (Maria Montessori, La scoperta del Bambino, Milano, Garzanti, 1966, p. 37).
Già dall’inizio infatti la definizione “scuola” non è sufficiente a descrivere l’ambiente pensato da Maria Montessori. Il termine scuola è legato all’educazione tradizionale dalla quale la studiosa cercava già di distinguersi: la scuola è il luogo in cui il bambino deve essere educato solo e unicamente da un adulto. Prima di arrivare a questo però è necessario anche che il bambino possa sperimentare un apprendimento diverso, mosso dalle sue spinte interiori e dalla capacità di imparare anche senza supervisione. Per ottenere ciò non è necessaria una scuola, ma è meglio predisporre una Casa dei Bambini:
[…] non è l’educazione che deve preoccuparci ma è il bambino. Invece esso, come personalità, scompare quasi totalmente sotto l’educazione: e ciò non solo nelle scuole, ma in ogni luogo, ove questa parola può penetrare e perciò nelle case fra i genitori, i parenti […]; e nelle coscienze si può ben dire, l’educazione si sostituì al bambino.
Maria Montessori, Manuale di Pedagogia Scientifica, Napoli, Alberto Morano Editore, 1935, p. 16
Il trionfo dell’educazione nuova è […] di aiutare le profonde energie della vita ad agire e ad esprimersi.
Ibid. p. 21
Cosa distingue una scuola Montessori dalle altre? Come si riconosce?
La predisposizione degli ambienti
Per applicare i principi su cui si fonda la pedagogia montessoriana, riconoscendo la centralità del bambino e del suo sviluppo spontaneo, è fondamentale predisporre e organizzare gli ambienti in cui si muoverà. Sono necessarie alcune correzioni, che differenziano la Casa dei Bambini dall’ambiente scolastico tradizionale.
Quando l’adulto non si sostituisce al bambino, ma è il bambino stesso che agisce, si presenta subito la necessità di presentargli un ambiente proporzionato.
Ibid. p.20
[…] abbiamo trasformato le classi in vere e piccole Case dei Bambini, che si ammobiliano con oggetti adatti alla statura e alla forza degli esseri che esse devono ospitare: con piccole sedie, cioè, piccoli tavoli, lavabi, minuscoli oggetti di toletta, tappetini, credenzine, tovaglie e vasellami.
Ibid. p. 32
Il nostro metodo […] ha rotto con le vecchie tradizioni: ha abolito il banco, perché il bambino non deve più stare fermo ad ascoltare le lezioni della maestra ed ha abolito la cattedra, perché la maestra non deve fare più lezioni collettive necessarie nei metodi comuni. Queste cose sono il primo atto esterno di una trasformazione più profonda che consiste nel lasciare libero il bambino di agire secondo le sue tendenze naturali, senza alcun legame di obbligo fissato o di programma […].
Ibid. p. 31
Non si tratta semplicemente di offrire al bambino oggetti proporzionati alle sue misure e forze, ma anche e soprattutto di favorire attraverso ogni elemento dell’ambiente l’apprendimento spontaneo infantile attraverso lo svolgimento di attività strutturate, sensate e reali. Da questa necessità nascono le aree dedicate alla vita pratica (gli angoli dedicati alla cura dell’ambiente e della persona), affinché la Casa dei bambini rifletta lo spazio ordinato dell’ambiente domestico.
Il ruolo dell’insegnante e il materiale scientifico
Al centro resta l’idea essenziale che il bambino possa esprimersi e apprendere attraverso un’attività spontanea. Ogni elemento all’interno di questa pedagogia deve muoversi attorno a questo principio e nella sua attuazione il ruolo dell’insegnante è fondamentale. L’insegnante predispone l’ambiente e controlla dall’esterno l’attività indipendente dei bambini, intervenendo solo dove necessario.
Questo concetto trasportato nella vita collettiva dell’infanzia in quel luogo che noi chiamiamo «scuola» trasforma subito due cose: la maestra e l’ambiente. La causa trasformatrice, e la guida della trasformazione è una: «il bambino». Il nostro scopo è quello di portare nel centro la sua personalità, di lasciarla «agire», di permetterle, anzi di facilitarle un’espansione libera ed armoniosa, conforme alle leggi della sua vita.
Ibid. p. 20 – 21
L’orgoglio della nuova maestra diventa perciò quello di avere aiutato il bambino a fare senza di lei, di aver preparato le vie al suo andare spontaneo, abbattendo i principali ostacoli che potevano impedirlo.
L’ambiente è esso che contiene i mezzi di sviluppo e che ha tutto il compito esteriore di educare. La maestra non è che un trait-d’union tra il bambino e l’ambiente.
Ibid. p. 53
Oltre a questa ridefinizione degli spazi destinati al bambino e del ruolo dell’insegnante, il metodo montessori prevede anche un estensivo studio sul materiale scientifico o di sviluppo (argomento a cui si dedicherà una trattazione a parte).
Gli oggetti più importanti dell’ambiente sono quelli che si prestano ad esercizi sistematici dei sensi e dell’intelligenza, con una collaborazione armoniosa di tutta la personalità psichica e motrice del fanciullo, e che a poco a poco lo conducono a conquistare, con esuberante e possente energia i più duri apprendimenti fondamentali della cultura: come il leggere, lo scrivere, ed il contare.
Ibid. p. 73
Una scuola montessori propriamente detta si distingue per l’utilizzo di questo specifico materiale, dal momento che il suo studio ha impegnato una parte consistente dell’elaborazione della pedagogia montessoriana. Oltre a ricorrere al materiale stesso, una Casa dei Bambini dovrà renderlo facilmente accessibile ai bambini, esponendolo in maniera ordinata. Ancora una volta la disposizione degli spazi, come l’insegnante che li custodisce e presenta al bambino, rivestono un ruolo fondamentale. La maestra è responsabile anche di spiegare il materiale (secondo la “Lezione dei tre tempi”) e il suo funzionamento, compito per il quale una preparazione strettamente montessoriana è fondamentale.
[…] come in ogni altro suo compito, è all’ambiente che la maestra deve mirare. Tenere in perfetto ordine i materiali, dar loro un posto fisso, curare che siano sempre mantenuti e collocati diligentemente, è la fondamentale opera sua.
Ibid. p. 75
Ma, fatto questo, i materiali rimangono esposti alla «libera scelta», e sono perciò collocati tutto intorno alla sala, su apposite mensole accessibili ai bambini, ovvero collocati in semplici e piccole credenze alla portata della mano infantile. I fanciulli li usano «indefinitamente» secondo la «domanda interiore» di ciascuno: tuttavia la maestra osserva con gran cura le scelte e l’uso: ed interviene ogni volta che vede il bambino scoraggiato o bisognoso di consiglio. La conoscenza esattissima del materiale e della sua progressione, deve essere come fotografata nella mente della maestra: e deve pure esserle presente la corrispondenza media tra i singoli oggetti e l’età del bambino. Su questo fatto assoluto si impernia poi la capacità pratica di riconoscere le reazioni dei bambini, gli atti utili e produttivi, da quelli invece che disperdono le energie, per potere con sicurezza dirigere ed aiutare il mirabile insieme dei piccoli lavoratori, concentrati nell’opera loro.
Ibid. p.76